“Ara di Bacco” – Castello di Castelletto di Branduzzo, Pavia. Raffiugurato in quest’affresco, posto sopra un camino policromo risalente probabilmente allo scorso secolo, troviamo Bacco, Dioniso in greco, Dio del vino e della vendemmia. La scritta sotto indica “Ara di Bacco”, ara in latino significa i grandi altari dedicati agli dei, quindi è auspicabile che quest’affresco fosse un piccolo richiamo agli antichi altari, sia in senso figurativo che letterario: il vino è sinonimo dell’Oltepo Pavese e già lo era all’epoca dell’esecuzione degli affreschi e la posizione dell’affresco, in una sala adiacente al salone delle feste, fa pensare che si tenesse qui la parte “ristorativa” dei ricevimenti; un Dio del vino che controlla bevande e cibo mentre nella sala a fianco i nobili festeggiano e danzano. Al momento non ho informazioni sull’artista che ha eseguito il ciclo d’affreschi, ricorda molto il ciclo delle muse presente al castello di Voghera, poco distante, ad opera del Bramantino. La famiglia Botta, proprietaria del castello di Branduzzo, era all’epoca (XV secolo) alla corte sia dei Visconti che degli Sforza ed è possibile che l’artista provenga da tali corti. La sala delle “Muse” al Castello di Castelletto di Branduzzo in provincia di Pavia La località di Branduzzo era parte dei possedimenti dei vescovi di Pavia già nel 1157, nel XV secolo la affidarono alla casata Botta che eresse in questa località un castello. I Botta ebbero un ruolo importante nell’organizzazione militare e civica di Pavia e Voghera, Giovanni Botta fu per vent’anni al servizio di Filippo Maria Visconti e maestro delle entrate presso Francesco I Sforza. A stretto contatto con la corte milanese ebbe modo di conoscere molti artisti dell’epoca. Scalone d’ingresso principale al castello di Castelletto di Branduzzo (PV) Questo è l’ingresso all’ala nobile del castello di Castelletto di Branduzzo (Pv); gli imponenti scaloni sono di pietra grigia, tre ampie finestre illuminano la salita al piano superiore ed in cima, sul soffitto, è rappresentato, in un affresco, lo stemma della casata proprietaria del castello: i Botta – Adorno di Pavia. Gli Adorno sono stati una famiglia patrizia di Genova, che diede alla Repubblica numerosi dogi. Estintasi nel 1634, i titoli, i feudi ed il cognome furono ereditati dalla famiglia Botta di Milano, che da allora si chiamò Botta Adorno. La famiglia Botta è attestata a partire dal 1298, con il capostipite Simone Botta, cittadino di Cremona. I Botta Adorno si estinsero nel 1882. 2018-10-27